Un bellissimo concerto, onirico e sensuale, la potenza dei brani di Taken by the Dream, il nuovo disco di Fatalists, sono poesia che “risuona come il martello sull’incudine, che azzanna il cuore, che cinguetta come un uccello” (riprendendo una descrizione di Alan Lomax parlando del canto di 22, un prigioniero di Parchman, Mississipi, 1959).

Il concerto si è svolto al circolo Il Progresso, Firenze maggio 2019.

Hugo Race Fatalists

I brani erano interpretati con forza, con improvvisazione, tensione ed emozione (nella scaletta c’era scelta fra vari pezzi, da decidere sul momento). L’interpretazione e l’improvvisazione sono una grande qualità artistica.

Rispondono infatti alla necessità di creare anche nella riproduzione, di far seguire l’esecuzione alle emozioni per non svuotare le canzoni (cosa che può capitare se si sta dietro a una ricerca puramente tecnica).

I musicisti sono particolarmente bravi.

Hugo Race, l’anima del gruppo, è originale, poetico e tribale insieme. Ci sono nei brani degli echi dei True Spirit. E’ un musicista dalle espressioni eclettiche e sperimentali. Mi piace molto l’inizio elettronico misterioso di Gonna Get High. L’intreccio pienamente autentico tra la sua vita e poesia e musica, lo rende un artista di grandissimo valore e spessore.

Diego Sapignoli suona con frusci, echi leggeri di percussioni mescolati abilmente con il ritmo veloce e deciso della cassa e del timpano. Il tocco sui piatti non è invasivo, a volte ricorda i Dirty Three, con l’aggiunta di intensità ed esplosività. Il basso pulito di Francesco Giampaoli è essenziale, compatto con la batteria. La chitarra di Giovanni Ferrario è eccezionale per raffinatezza e intesa con il suono di quella di Hugo Race.

Armonia e potenza hanno reso eccezionale questo concerto. Smoking Gun è il mio pezzo preferito, i pezzi sono nell’insieme un capolavoro.
I musicisti erano contenti, in forma, e il loro concerto ha lasciato in me calore, una dolce sensazione di poesia e meraviglia.
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